Un vitigno che negli ultimi anni ha fatto molto parlare di sé in Romagna è il Famoso. Uva bianca aromatica dal gusto e dai profumi accattivanti, la sua storia è densa di misteri e con un finale ancora in parte da scrivere. Partiamo dal nome: se Famoso è quello più diffuso, nel ravennate si parla più di Rambèla o Rambella, mentre in provincia di Forlì-Cesena si usano anche i nomi di Valpeisa e Valdoppiese. La superficie vitata oggi in Romagna è limitata a poco più di 80 ettari, ma in costante crescita: si chiama Famoso e lo sta diventando a poco a poco. Alcune fonti storiche testimoniano che la Rambella era presente nella tabella del dazio comunale di Lugo del 1437 come uva da tavola venduta fresca nelle piazze. Altre la collocano tra le uve bianche presenti nel casino del conte Tampieri a Solarolo. Nel fascicolo V del Bullettino Ampelografico del 1876 viene descritta minuziosamente: il tralcio color marron punteggiato, la foglia arrotondata a forma di cuore e il grappolo grosso, oblungo, quasi cilindrico a peduncolo grosso sono i principali tratti distintivi insieme all’acino ovale e alla “buccia grossa trasparente e giallognola di ottimo sapore”.
Intorno al 2000 sono stati segnalati due vecchi filari nella zona Mercato Saraceno (Forlì-Cesena), che il proprietario indicò con il nome di Famoso. Accertamenti ampelografici successivi hanno evidenziato una forte similitudine con le accezioni di Valdoppiese o Rambella, tanto da far supporre la sinonimia di Rambella con il Famoso di Cesena, citato nel fascicolo X del Bullettino Ampelografico (1879). Il Famoso di Cesena viene descritto con “grappolo grande serrato e alato, acini medi rotondi, ricoperti di velo cero, tralcio a internodi assai lunghi”. In più si precisa che “sembra potersi classificare nel gruppo delle Albane; è dissimile dal Famoso di Pesaro”. In Romagna, quindi, esistevano due vitigni: uno più simile all’Albana (cesenate) e uno più simile al Trebbiano (pesarese e riminese) che venivano indicati con lo stesso nome “Famoso”. Il 27 marzo 2009 la Rambella è stata iscritta al Registro Nazionale delle Varietà di Vite con il nome di Famoso, ma la diatriba sull’origine e sull’identità di questo vitigno è ancora aperta. Ciò che è certo invece è che in collina e su terreni poveri, produce meno, il grappolo risulta più spargolo e la bacca più aromatica: ne nascono vini con una maggiore sapidità e un’innata eleganza.
In pianura, invece, il vino prodotto esalta gli aromi di frutta esotica matura, le note floreali dolci e i sentori di frutta secca. Lungo la Strada della Romagna tra i primi a credere in questo vitigno è stato Mauro Altini della cantina La Sabbiona di Oriolo dei Fichi.
“Ero alla ricerca di un vitigno bianco alternativo al Trebbiano, all’Albana e alla Malvasia – racconta – quando nel 2005 mi imbattei nel Famoso durante una degustazione di microvinificazioni di vitigni dimenticati guidata dall’agronoma ed enologa Marisa Fontana. Me ne innamorai subito e decisi di piantarlo sovrainnestandolo, nel 2007 lo vendemmiai per la prima volta. Fu una scelta fortunata, ancora oggi adoro questo vino che affascina con i suoi profumi e sapori caratteristici”. Ottimo al momento dell’aperitivo, a tavola si sposa molto bene con pesci, piatti aromatici o speziati e zuppe come ci racconta un altro produttore del territorio. “Nel nostro agriturismo – racconta Massimiliano Fabbri di Trerè a Faenza – lo suggeriamo con piatti dai sapori intensi e solari, come la chitarrina cacio, pepe e lime o i raviolini verdi alla mortadella saltati con burro fuso e granella di pistacchi. In alternativa è ottimo anche con una tagliata di pollo con spinaci saltati”.
This post is also available in: English (Inglese)