Parole e sinfonie, una terra da cui trarre ispirazione

Parole e sinfonie, una terra da cui trarre ispirazione

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Quando la bellezza diventa poesia

L’anima profonda di una città o di una regione si svela spesso nelle parole di poeti e scrittori che in quei luoghi compongono opere capaci di attraversare il tempo, imprimendosi nella nostra memoria. O nella musica di chi, ispirato dall’atmosfera di queste terre, è autore di sinfonie altrettanto immortali.

Partenza ideale di un itinerario in punta di penna è Casa Deledda a Cervia, dove la scrittrice vincitrice nel 1926 del Premio Nobel per la Letteratura soggiorna numerose estati tanto da diventarne cittadina onoraria. Nel cuore di Sant’Alberto, frazione di Ravenna, la casa del poeta e scrittore Olindo Guerrini è oggi un centro culturale che ospita anche due biblioteche secondo la volontà della famiglia
del letterato.

Spostandoci ad Alfonsine, in podere Ortazzo, la casa natale di Vincenzo Monti, poeta di punta del Neoclassicismo italiano, conserva arredi e cimeli a lui cari. Mentre a Bagnacavallo il Giardino dei Semplici, noto anche come “Giardino degli Aforismi”, mostra, tra fiori e piante officinali, panchine in ferro battuto con incisi gli aforismi del giornalista e scrittore Leo Longanesi, che qui nasce nel 1905. A Casola Valsenio, circondato da un parco lussureggiate con trentamila piante, il Cardello è la casa-museo in cui lo scrittore Alfredo Oriani scrive tutte le sue opere.

Non meno affascinanti sono i luoghi che danno i natali o accolgono musicisti di grande talento. A Lugo
la Casa museo Gioacchino Rossini racconta la vita e le sinfonie del compositore pesarese che vive in città a inizio Ottocento, mentre a Bagnara di Romagna il Museo storico Pietro Mascagni ospita cimeli del famoso musicista legato sentimentalmente alla corista Anna Lolli, originaria del luogo. Fusignano, città di Arcangelo Corelli, importante rappresentante del Barocco strumentale italiano, lo ricorda con un busto esposto nella facciata della chiesa del Pio Suffragio. Mentre il teatro di Faenza è intitolato ad Angelo Masini, uno dei più grandi tenori italiani dell’Ottocento, nato in Romagna.

Crediti fotografici

1. Casa Rossini a Lugo, arch. Unione dei Comuni della Bassa Romagna
2. Casa Monti ad Alfonsine, arch. Unione dei Comuni della Bassa Romagna
3. Il Giardino degli aforismi a Bagnacavallo, arch. Unione dei Comuni della Bassa Romagna
4. Il Teatro Masini a Faenza, Andrea Scardova, arch. Unione della Romagna Faentina
5. Il Museo storico Pietro Mascagni a Bagnara di Romagna, arch. Unione dei Comuni della Bassa Romagna

Nel piatto – La frutta della Romagna

La frutta di Romagna è nota in tutto il mondo per la sua straordinaria qualità. Regine di questa terra sono la Pesca e la Nettarina di Romagna, che nel 1998 ottengono, prime in Europa, il riconoscimento di Indicazione Geografica Protetta. L’intera provincia di Ravenna è terra vocata di queste due eccellenze, mentre a Massa Lombarda si trova la Pesca Buco incavato, una storica pesca bianca diventata negli anni ’30 del Novecento la varietà più importante della regione.

Di grande pregio è poi la Pera dell’Emilia Romagna Igp: già agli inizi del Novecento la regione si afferma come la culla di produzione europea di questo frutto originario della Cina e diffuso in Italia dai Romani. Sono otto le varietà tutelate, ciascuna con caratteristiche distintive e tutte molto apprezzate da chef e ristoratori.

Un profumo intenso, un sapore dolce e una buona consistenza caratterizzano la Fragola di Romagna, la cui coltura si sviluppa fortemente dal secondo dopoguerra. Nello stesso periodo si diffonde il Loto di Romagna, denominazione del frutto della cultivar di Kaki Tipo, consumato fresco o destinato a dolci.

Nel calice – Il Romagna Trebbiano DOC

Prodotto anche nelle varianti spumante e frizzante, il Romagna Trebbiano è uno dei vini bianchi più diffusi sulle tavole delle osterie e delle cucine romagnole. L’omonimo vitigno, molto produttivo e resistente, è il più coltivato in regione, in particolare in provincia di Ravenna. La sua presenza qui è documentata fin dal XIV secolo dall’agronomo bolognese Pier de’ Crescenzi. Dal 1973 è un vino a Denominazione di Origine Controllata (DOC).

Il vino ha un colore giallo paglierino e un sapore sapido e secco, che sprigiona in bocca freschezza e fragranza. Particolarmente versatile negli abbinamenti, servito a 7-8°C ben si presta per accompagnare secondi di pesce o insalate di mare e primi piatti leggeri. Lo si può gustare anche con aperitivi a base di piadina, salumi e Squacquerone o altri formaggi freschi.

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