Aromatico, intrigante e amato da chi cerca vini eleganti capaci di distinguersi. Negli ultimi anni in Romagna si è ritagliato sempre più spazio il Famoso, vitigno autoctono a bacca bianca dai profumi intensi di fiori e frutta esotica matura. Un “Gewürztraminer romagnolo”, l’ha definito qualcuno, il “Moscato dell’Adriatico” l’ha soprannominato qualcun altro. Senza rincorrere paragoni lontani, per cogliere l’essenza di questa uva in grado di regalare vini freschi e sapidi, raffinatamente aromatici, abbiamo intervistato uno dei primissimi vignaioli che hanno creduto nelle potenzialità del vitigno e della sua vinificazione: Mauro Altini della cantina La Sabbiona di Oriolo dei Fichi, sulle prime colline di Faenza.
Mauro, com’è avvenuto l’incontro con il Famoso?
Nel 2005 ero alla ricerca di un vitigno a bacca bianca da coltivare in azienda diverso da quelli che avevo già, quando sono stato invitato a una degustazione di vitigni autoctoni dimenticati e vinificati in laboratorio condotta dall’agronoma ed enologa Marisa Fontana. Tra questi c’era il Famoso e ho cominciato a giocare con la fantasia, cercando di immaginare come poteva rendere quest’uva coltivata nella nostra vigna.
Quando sei passato dalla teoria alla pratica?
Subito, decisi di piantarlo sovrainnestandolo, nel 2007 lo vendemmiai per la prima volta. Fin dall’inizio rimasi molto colpito dall’intensità e dalla profondità dei profumi, rispetto al Trebbiano, al Pagadebit e all’Albana, le tre principali uve bianche della Romagna, il Famoso mostrò subito un profilo aromatico molto accattivante e riconoscibile.
In questi anni hai imparato a conoscerlo a fondo…
Sì, vendemmia dopo vendemmia, ho potuto osservare come si esprime a seconda dell’andamento delle stagioni e quali sono le scelte migliori da compiere in vigna e in cantina per esaltarne le caratteristiche più tipiche e apprezzate a tavola durante il pasto o al momento dell’aperitivo. Noi produciamo due diverse versioni. La prima è il Vip, un bianco fermo che si sposa molto bene con pietanze aromatiche, pesci e zuppe. La seconda è il Divo, uno spumante extradry ideale al momento dell’aperitivo: la grande bevibilità e i profumi fragranti lo rendono una bollicina amata da tutti soprattutto in questa stagione.
Famoso di nome e anche di fatto?
A poco a poco questo vitigno e il vino che ne deriva si stanno facendo conoscere e apprezzare da un pubblico sempre più ampio. Nel territorio della provincia di Ravenna ne esistono diverse interpretazioni e la superficie vitata, attualmente di poco più di 80 ettari, è in continua crescita.
Rambela e Famoso sono lo stesso vitigno?
Attorno alle origini e ai nomi c’è un pizzico di mistero. Il nome Famoso è quello più diffuso, nel ravennate invece si parla spesso di Rambèla, citando la tabella del dazio comunale di Lugo del 1437 in cui questo nome è usato per indicare un’uva da tavola venduta fresca nelle piazze. Tracce di questo vitigno compaiono anche nel Bollettino Ampelografico del 1876, dove viene descritto nei suoi tanti caratteristici, dal tralcio color marron punteggiato al grappolo grosso e quasi cilindrico. Nel 2009 quest’uva è stata iscritta al Registro Nazionale delle Varietà di Vite con il nome di Famoso.
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