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Tra i frutti della Romagna più famosi e apprezzati ci sono la pesca, la pera e il marrone di Casola Valsenio.
sono le uniche pesche a vantare il riconoscimento europeo di Indicazione Geografica protetta (IGP) all’interno dell’Unione Europea. Dolci, succose e disponibili sul mercato dal 10 giugno al 20 settembre, hanno nel loro disciplinare numerose varietà che consentono un’ampia scelta lungo tutto il periodo di commercializzazione.
include precise cultivar di pero: Abate Fetel, Cascade, Conference, Decana del Comizio, Kaiser, Max Red Bartlett, Passa Crassana e William. I requisiti organolettici variano a seconda delle diverse cultivar.
Assai versatile per le sue trasformazioni in frutto secco e in sfarinati succedanei delle farine di cereali, la castagna ha sfamato per secoli le popolazioni del medi e dell’alto Appennino.
ha elevati contenuti nutritivi, è un alimento sano, genuino, nutriente, di facile digeribilità, ottimo da inserire nelle diete alimentari mediterranee, per tutte le fasce di età.
Uno dei tesori del nostro territorio
Il pinolo delle pinete ravennati
piccolo, profumato, goloso, un tempo migliaia di pigne raccolte in autunno venivano distese sulle aie per essere battute al fine di aprirle e lasciarne uscire i prelibati frutti tra freschi profumi di resina.
I pinoli romagnoli erano considerati in passato i migliori d’Italia ed erano al centro di un fiorente commercio.
Tra le verdure e gli ortaggi la Romagna vanta alcune colture di grandissimo pregio e qualità.
Tra queste c’è, ad esempio, lo
una vera e propria prelibatezza gastronomica, impiegata in una vastissima gamma di piatti e condimenti tipici della collina faentina. I bulbi sono utilizzati freschi o sott’olio.
Un’altra vera e propria chicca è il
Qui il carciofo, coltivato in tutta l’area del Mediterraneo, grazie al particolare clima e al terreno argilloso assume caratteristiche di colore e sapore uniche e inimitabili. Il “Moretto” rappresenta una varietà rustica del carciofo sulla quale non sono stati fatti interventi genetici. Un ortaggio autoctono, biologico e succulento che nasce spontaneo nei tipici calanchi dell’Appennino brisighellese.
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