Le terre del Lamone, corso d’acqua e di infinite possibilità

Le terre del Lamone, corso d’acqua e di infinite possibilità

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Un fiume di emozioni tra storia e natura

C’è una valle rigogliosa nel cuore verde dell’Emilia-Romagna che custodisce un microcosmo di attrattive naturalistiche e ambientali, tradizioni culturali e stili di vita, prodotti gastronomici e saperi artigianali tanto prezioso quanto fragile. Sono le terre del Lamone, fiume che sorge nel comune fiorentino di Borgo San Lorenzo e, dopo aver attraversato gli Appennini in prossimità di Brisighella, declina verso la pianura ravennate, attraversandone la campagna prima di giungere al mare.

Se nel tratto collinare scorre incassato e a volte quasi inaccessibile, a valle di Faenza fino a Ravenna il Lamone prosegue tra argini artificiali fino all’Adriatico. Proseguendo a piedi o in bicicletta, si scoprono le numerose bellezze di un territorio unico: la pianura rigogliosa, le valli bonificate, le lagune salmastre, l’Etnoparco delle capanne a Villanova di Bagnacavallo, la secolare pineta di San Vitale, la foresta allagata di Punte Alberete fino alla suggestiva duna costiera della foce del fiume.

Agli occhi del viaggiatore si apre uno straordinario museo diffuso all’aria aperta arricchito da interessanti siti storico-culturali tra cui spiccano alcune perle. A Russi, Palazzo San Giacomo, costruito per volere di Carlo Guido Rasponi, custodisce il più vasto ciclo pittorico della decorazione privata e gentilizia avvenuto in Romagna fra Seicento e Settecento, mentre la Villa Romana (I-II sec d.C.) con mosaici pavimentali di grande bellezza è tra i più importanti e meglio conservati complessi archeologici del nord Italia.

Procedendo tra edifici rurali, case padronali, tracce dell’antica vita di valle, casoni da pesca, piante acquatiche e un incredibile numero di uccelli acquatici, la vegetazione muta lentamente e si fa sempre più varia fino all’abbraccio tra l’acqua dolce e preziosa del fiume e quella salata dell’Adriatico.

Crediti fotografici

1. Ciclisti lungo il fiume Lamone, Luca Casadei, arch. Strada del Sangiovese
2. La foresta allagata di Punte Alberete, arch. Comune di Ravenna
3. Affresco a Palazzo Rasponi, arch. Strada del Sangiovese
4. L’Etnoparco delle Capanne, arch. Strada del Sangiovese
5. I mosaici della Villa Romana a Russi, Giorgio Biserni, arch. Comune di Russi

Nel piatto – I piccoli tesori tra costa, pianura e collina

Assai rinomati e diffusi fin dai tempi dei Romani, in anni più recenti gli asparagi di pineta subiscono la forte antropizzazione delle aree intorno a Ravenna tanto da rendere necessario un programma di recupero di due semenzai delle principali tipologie, il San Vitale, fine e dal sapore gentile, e il Bardello, più rustico e dal sapore più pungente.

Origini antiche ha anche il Cardo Gigante di Romagna, coltivato con il sistema dell’interramento che rende il gambo bianco, più tenero e dolce. Pianta da raccolta spontanea, ma a volte seminato nelle zone vocate, è invece lo stridolo, profumato, dal sapore delicato e dai tanti usi in cucina.

A cavallo del Novecento in regione si sono definite le basi di un’apicoltura moderna praticata ancora oggi. Prodotti di riconosciuta qualità di quest’attività sono il Miele del crinale dell’Appennino emiliano-romagnolo e il Miele di tiglio. Nelle aree con clima caldo umido si produce il Miele di erba medica della pianura romagnola.

Nel calice – Il Ravenna Famoso IGP

Vitigno bianco aromatico dal carattere intrigante, il Famoso compare per la prima volta, citato con il suo nome ravennate Rambela, nella tabella del dazio comunale di Lugo di Romagna nel 1437, come piacevole uva da tavola venduta fresca nelle piazze. Abbandonato negli anni in parte per la sua caratteristica aromaticità, in parte per l’epidemia di fillossera, solo alla fine del ventesimo secolo riappare nei vigneti attorno alla chiesa di Montesasso, nel comune di Mercato Saraceno, sulle colline cesenati.

Da allora, grazie a produttori lungimiranti che ne hanno colto il valore, il Famoso è coltivato con splendidi risultati sia in collina che in pianura.

Vinificato in versione ferma e spumante, dà vita a vini dal profilo aromatico, con dolci note floreali, fruttate ed esotiche. Piacevole, morbido ed elegante, si sposa bene con il pesce, i formaggi freschi e piatti dai sapori aromatici e speziati.

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