Consorzio Uva del Tundè

Il nome ‘Uva del Tundè’ deriva da Tondini, che sembra sia stato il primo ad aver creato questo particolare vitigno

Il Consorzio, con esclusione di ogni e qualsiasi scopo di lucro, ha per oggetto la valorizzazione, la promozione e la tutela del vitigno “Uva del Tundè”, favorendo attraverso gli appositi Enti Locali competenti (privati e pubblici) ricerche/studi diretti al miglioramento delle tecniche agronomiche di coltivazione e lavorazione delle uve da vino da esso ottenute. Inoltre, saranno oggetto di valorizzazione, anche altri prodotti tipici autoctoni locali utili a promuovere la conoscenza del territorio e la valorizzazione delle risorse in esso contenute sostenendo l’immagine (turistica ed enogastronomica) del proprio territorio di competenza, sia a livello locale che nazionale, collaborando con gli Enti locali nelle forme e nei modi consentiti dalle leggi in vigore, organizzando la partecipazione collettiva dei soci a fiere, manifestazioni.

Negli ultimi anni, all’interno degli ambienti maggiormente sensibili della viticoltura e dell’enologia stiamo assistendo ad una lenta ma progressiva inversione di tendenza volta alla riscoperta dei vitigni locali che fanno parte del nostro trascorso, della nostra storia e che rappresentano il nostro patrimonio varietale e culturale.

Siamo parlando dei vitigni “autoctoni”, o come forse è più corretto definirli di “antico insediamento”, a voi la scelta: la sostanza non cambia.

Si tratta quasi sempre di varietà storiche ben radicate all’interno di una precisa e circoscritta area territoriale, che ne definiscono i caratteri tipici del tessuto culturale.

Sulla base di queste nuove correnti di pensiero nasce, nel 1998 un progetto denominato “Vitigni minori” finanziato dalla Regione Emilia-Romagna finalizzato all’identificazione e alla caratterizzazione dei vitigni locali.

Attraverso questo progetto, coordinato dal C.R.P.V. (Centro Ricerche Produzioni Vegetali) ed intrapreso dal Centro Interdisciplinare di Ricerche Viticole ed Enologiche dell’Università di Bologna, si sono svolte una serie di indagini che hanno consentito l’estrazione del DNA dalla pianta ed alla sua analisi genetica la quale ha identificato un nuovo biotipo con caratteristiche morfologiche interessanti, successivamente valutate in base ad attitudine enologica.

Tutto questo ha portato all’identificazione di diversi vitigni autoctoni con caratteristiche interessati sia da un punto di vista agronomico che enologico.

In particolare, i lunghi anni di ricerche svolti all’interno delle nostre Aziende che hanno messo a completa disposizione dei ricercatori i loro terreni, hanno portato all’iscrizione dell’ Uva del Tundè nel registro Nazionale delle Varietà di Vite ed al suo inserimento nell’Elenco delle Varietà Autorizzate per la Regione Emilia Romagna con Determinazione del Responsabile del Servizio Produzioni Vegetali n. 9852 del 5 Ottobre 2009 e conseguente pubblicazione sul Bollettino Ufficiale della Regione Emilia Romagna.

Un po’ di storia:

Il Signor Tondini Primo, padre della Sig.ra Ines Tondini, eseguì una serie di prove sperimentali di nuove cultivar di uve rosse, da lui ottenute attraverso un procedimento sconosciuto a terzi, durante gli anni compresi tra il 1932 e il 1956.

Linea guida delle sue ricerche era, senza ombra di dubbio, la passione che lo stesso riponeva nel settore viti-vinicolo, che da sempre aveva rappresentato per la famiglia Tondini una delle principali forme di appagamento professionale, oltre che di mero sostentamento.

La sua grande abilità manuale nello svolgere incroci, impollinazioni ed innesti di ogni tipo era conosciuta da molti, nel periodo indicato. Il nome di questo vitigno “Uva del Tundé®” trae ovvie radici dal cognome del suo creatore, per il fatto che l’espressione “Uva del Tundé®”, non è altro che la traduzione letterale dalla lingua italiana a quella dialettale romagnola di “Uva del Tondini”. Le piante del Sig. Primo erano molto produttive, con buona resistenza alla fillossera e alle classiche malattie fungine della vite, quali la peronospora.

La Sig.ra Tondini Ines ha salvaguardato e custodito la varietà creata dal padre impegnandosi nel mantenere la stessa a livelli di produttività efficaci, garantendone negli anni la tutela e la conservazione.

 

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